«Più che parlarne, questa città è da fotografare, di colore rosa e bianco; è da guardare, senza ferirsi nell’urto con ciò che il tempo sta, un po’ scherzando, cancellandone parte della sua prima vita, non avendo pretesa di descriverla e cambiare nulla per non confondersi e perdersi nella registrazione di alcuna verità» (Nerino Negri. Pietre, narcisi di Padova, «Padova e la sua provincia», ottobre 1974, XX, 10, pp. 11-12, https://www.bibliotechecivichepadova.it/sites/default/files/opera/documenti/padova_197410-020-00010_d.pdf (31 ottobre 2023).).
Enrico Pietrogrande, ingegnere e architetto, ha dedicato il bel saggio Dall’ornamento alla composizione. Spazio pubblico e arti visive a Padova a metà Novecento alla decorazione degli spazi pubblici di Padova nel periodo che va dagli anni trenta ai sessanta del secolo scorso. La sua attenzione è volta a quella interazione tra architettura, scultura e pittura che genera quelli che definisce “manufatti complessi”.
Interazione che nasceva a volte da iniziativa personale, mecenatismo o spirito imprenditoriale, ma in altri casi in ottemperanza a leggi specifiche. Tra queste, la Legge per l’arte negli edifici pubblici (Italia, Il Presidente della Repubblica, Legge per l’arte negli edifici pubblici, n. 839, approvata l’11 maggio 1942, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1942/08/05/183/sg/pdf (31 ottobre 2023).) nota come “legge del 2%” – figlia della circolare Decorazioni artistiche nelle opere edilizie emanata nel 1937 dal Ministero dei Lavori Pubblici e promulgata per iniziativa dell’allora Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai – prevedeva che almeno il due percento dei costi di realizzazione di un’opera pubblica fosse dedicato all’esecuzione di opere d’arte figurativa. Pur con modifiche e riduzioni d’ambito la sostanza di tale legge vige tuttora.
Il saggio di Pietrogrande si impone dei limiti spaziali e temporali ben definiti.
«Vengono considerati manufatti complessi diffusi in strade e piazze, in cui l’architettura si fonde con interventi di scultura e pittura […] I limiti che si sono dati allo sviluppo dell’argomento sono il perimetro delle mura veneziane che racchiudono il centro storico di Padova e il periodo del Novecento compreso tra gli anni trenta e i sessanta, il più ricco di opere d’arte allestite nello spazio pubblico della città ad integrazione degli interventi edilizi» (Enrico Pietrogrande, Dall’ornamento alla composizione. Spazio pubblico e arti visive a Padova a metà Novecento, in L’immagine della città. Dall’Urbs Picta alla Padova Contemporanea, a cura di Antonio Buggin, pp. 75-109, Overview Editore, Padova 2021, https://www.researchgate.net/publication/351359218_Dall’ornamento_alla_composizione_Spazio_pubblico_e_arti_visive_a_Padova_a_meta_Novecento (31 ottobre 2023).).
A partire da questo spunto, eccomi qua a ripercorrere fotograficamente la Padova decorata tratteggiata dal saggio, dovendo constatare con l’autore quanto quelle decorazioni vengano bistrattate dalla Città, e quando talvolta siano state cancellate dal tempo.
Bibliografia
- Legge 11 maggio 1942, n. 839
- Italia, Il Presidente della Repubblica, Legge per l’arte negli edifici pubblici, n. 839, approvata l’11 maggio 1942, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1942/08/05/183/sg/pdf (31 ottobre 2023).
- Negri, 1974
- Nerino Negri. Pietre, narcisi di Padova, «Padova e la sua provincia», ottobre 1974, XX, 10, pp. 11-12, https://www.bibliotechecivichepadova.it/sites/default/files/opera/documenti/padova_197410-020-00010_d.pdf (31 ottobre 2023).
- Pietrogrande, 2021
- Enrico Pietrogrande, Dall’ornamento alla composizione. Spazio pubblico e arti visive a Padova a metà Novecento, in L’immagine della città. Dall’Urbs Picta alla Padova Contemporanea, a cura di Antonio Buggin, pp. 75-109, Overview Editore, Padova 2021, https://www.researchgate.net/publication/351359218_Dall’ornamento_alla_composizione_Spazio_pubblico_e_arti_visive_a_Padova_a_meta_Novecento (31 ottobre 2023).